Nell’attuale pandemia da Coronavirus organizzazioni internazionali, Istituzioni ed esperti hanno inizialmente raccomandato l’uso di mascherine per la popolazione generale solo in presenza di sintomi. Tuttavia, da tempo, molti paesi consigliano o hanno reso obbligatorio l’uso di mascherine estendendo una raccomandazione dei Centers for Disease Control and Prevention (1): “dato che una rilevante quota di soggetti infetti da coronavirus sono asintomatici o pre-sintomatici, CDC raccomanda di indossare una copertura del viso in ambienti pubblici in cui siano difficili da mantenere altre misure di distanziamento sociale (es. negozi di alimentari e farmacie) specialmente in aree con significativa trasmissione in comunità”.

Mascherine obbligatorie all’aperto in Italia

Il Governo italiano ha previsto l’obbligo di protezioni delle vie respiratorie, anche “lavabili”, “ogni qualvolta ci si rechi fuori dall’abitazione” pur accettando che dall’obbligo sia esentato chi sta praticando la corsa.
Il dott. Alberto Donzelli (2), in un articolo (3)  pubblicato nel Repository di Epidemiologia e Prevenzione, analizza criticamente gli articoli di maggior validità (studi clinici randomizzati controllati/RCT)  per valutare l’efficacia delle mascherine mediche nel prevenire infezioni respiratorie primarie in contesti universitari/comunitari e di assembramenti all’aperto, proponendo un punto di vista diverso rispetto alle convinzioni oggi prevalenti in Italia

Non esistono prove scientifiche che sostengano l’obbligo delle mascherine all’aperto

Di fronte alle più valide ricerche oggi esistenti, possiamo concludere che non esistono prove per imporre le mascherine a tutti fuori di casa in qualunque contesto (concedendo eccezioni solo durante la corsa, sempre nel doveroso rispetto del distanziamento)

E comunque un principio cui non si dovrebbe derogare è che a chi emette una raccomandazione, o addirittura l’obbligo di una misura universale e intrusiva, spetta l’onere di esibire le prove di sicurezza (primum non nocere!), oltre che di efficacia, e di stabilire il beneficio netto complessivo per la comunità, prima di obbligare ad adottarla.

Ci sono pericoli per chi indossa le mascherine? 

Vi sono rischi certi, molteplici e sottovalutati di tipo dermatologico, fino a lesioni che possono costituire altre porte d’ingresso di patogeni. E inoltre tra i rischi ragionevolmente ipotizzati da Lazzarino, in una Letter al British Medical Journal (4), coerenti con il modello teorico immunologico del Covid-19, ne esiste uno che sembra decisamente il più grave:

“Impedire la trasmissione interpersonale è la chiave per limitare l’epidemia, ma finora si è dato poco peso a quanto accade dopo che una trasmissione è avvenuta, quando l’immunità innata svolge un ruolo cruciale. Lo scopo principale della risposta immunitaria innata è prevenire subito la diffusione e il movimento di agenti patogeni estranei in tutto il corpo. L’efficacia dell’immunità innata dipende molto dalla carica virale. Se le maschere facciali creano un ambiente umido in cui il SARS-CoV-2 può restare attivo per il vapore acqueo fornito di continuo dalla respirazione e catturato dal tessuto della maschera, determinano un aumento della carica virale e possono causare sconfitta dell’immunità innata e aumento di infezioni. Inoltre la resistenza all’espirazione causata dalla maschera rischia di aumentare la ri-inalazione dei propri virus, in un circolo vizioso che aumenta la carica che può raggiungere gli alveoli, dove le difese dell’immunità innata sono carenti.
Lì il virus può moltiplicarsi molto, e quando, dopo una decina di giorni dall’infezione, arrivano gli anticorpi delle difese adattative, trovando una quantità elevatissima di antigene virale scatenano una battaglia violentissima, con infiammazione estremamente elevata e le pesanti conseguenze descritte nei casi di COVID-19 a evoluzione grave.

Cosa dice il buon senso

In attesa prove ulteriori, una corretta applicazione del principio di precauzione dovrebbe sconsigliare di norma l’uso di mascherine all’aperto, salvo per brevi periodi dove sia inevitabile restare a meno di un metro da altri per tempi non trascurabili.

La Rete Sostenibilità e Salute (5) chiede dunque di evitare obblighi non supportati da prove scientifiche né da un ragionamento bilanciato, auspicando invece l’apertura di un ampio dibattito che consideri le migliori prove oggi disponibili e programmi le ulteriori ricerche necessarie.

Bibliografia

(1) Centers for Disease Control and Prevention. https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/prevent-getting-sick/cloth-face-cover.html

(2) Medico specialista in Igiene e Medicina Preventiva e Scienza dell’Alimentazione, già Direttore Servizio Educazione Appropriatezza ed EBM ex ASL Milano – Consiglio Direttivo e Comitato Scientifico Fondazione Allineare Sanità e Salute

(3) https://repo.epiprev.it/index.php/2020/05/12/mascherine-chirurgiche-in-comunita-allaperto-prove-di-efficacia-e-sicurezza-inadeguate/

(4) Lazzarino A. Rapid Response: Covid-19: important potential side effects of wearing face masks that we should bear in mind. BMJ 2020;369:m1435.

(5) https://www.sostenibilitaesalute.org/mascherine-obbligatorie-allaperto-non-ci-sono-i-presupposti-scientifici/


Federico Palla
Federico Palla

Dottore Economista, si è laureato in Discipline Sociali ed Economiche presso l’Università Bocconi di Milano. E' libero professionista nella gestione della programmazione pubblica locale. Attualmente ricopre il ruolo di Coordinatore Tecnico per il progetto europeo SALUS di cui LUMEN è capofila