Bert Hellinger è un personaggio straordinario, che ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere, che ha dedicato la sua lunga vita ad aiutare le persone a vedere le cause della propria sofferenza ed aiutarle a scioglierle attraverso le costellazioni familiari.
Una persona che esce da una costellazione, non ne esce avendo “capito” certi meccanismi disarmonici che hanno innescato una qualche sofferenza nella sua vita, ne esce con una profonda “comprensione” di questi meccanismi e con una profonda percezione anche fisica di come le cose potrebbero andare meglio, primo passo fondamentale per poter sciogliere quei nodi in cui spesso ci siamo incagliati e che continuiamo inconsapevolmente a ripercorrere, alimentando la nostra insoddisfazione e la nostra fonte d’infelicità.
Hellinger afferma che la maggior parte dei semi di sofferenza che condizionano le nostre vite hanno avuto origine nell’alveo della famiglia da cui proveniamo e che spesso si perpetuano, passando di generazione in generazione; la buona notizia è che questa catena può essere interrotta purché si prenda consapevolezza della disarmonia che si è creata a un certo punto della storia famigliare, che la si veda e che si riesca a prenderne la giusta distanza, con amore e gratitudine per chi è venuto prima, sapendo che tutte le persone che agiscono all’interno di una famiglia, agiscono facendo sempre il loro meglio.
Sempre. Se avessero potuto o saputo far meglio, lo avrebbero fatto. Anche il padre più violento, anche la madre più oppressiva hanno fatto il meglio che potevano; hanno dato quello che hanno ricevuto in perfetta buona fede.
In che modo si riesce a fare tutto ciò? Qual è l’alchimia che agisce nello sciogliere questi nodi che legano le nostre vite?
Io sono ingegnere, anche mio padre era ingegnere, e nella mia famiglia non c’era spazio per le cose irrazionali, per le cose “strane”: venivano liquidate come “bischerate” alle quali non valeva la pena di dedicare il proprio tempo. La prima volta che sentii parlare di Costellazioni Familiari fu da un’amica che stimavo e che mi raccontava di questo suo maestro, Attilio Piazza, che le aveva cambiato la vita e che utilizzava ed insegnava ad usare questo strumento che aiutava le persone a vedere “come a teatro” le dinamiche che muovono i sentimenti e le relazioni all’interno delle loro famiglie. Ma come “come a teatro”? Ci sono delle persone che interpretano i loro famigliari e che si muovono e agiscono come se fossero loro, mossi da un campo morfogenetico che si viene a creare all’interno del gruppo che assiste e agisce all’interno della costellazione. Ma com’è possibile? Gente che non ha mai visto né conosciuto i veri personaggi muoversi come loro?
– Lorenzo – mi fu detto – vieni a vedere coi tuoi occhi; non posso spiegartelo –
Con tutte le perplessità, le incertezze, ma anche l’estrema curiosità di saperne di più, andai.
La ricordo ancora quella prima costellazione a cui assistei: lavorava su di sé una signora dal viso duro, che aveva crisi di panico guidando in salita, anche sui cavalcavia. La costellatrice le fece alcune domande sui suoi rapporti famigliari, intuì alcune disarmonie e le chiese di “mettere in scena” i personaggi della sua famiglia.
Le disse: – scegli una persona che interpreti tuo padre, prendile per le mani e collocala all’interno del cerchio di persone nel posto che preferisci -. La signora dal viso duro, senza esitazioni, si voltò verso di me, mi prese per le mani e mi mise al centro del cerchio: ero suo padre. – Ma porca miseria – pensai – proprio io! – Ero in ballo, dovevo ballare… La scena fu popolata degli altri personaggi: la madre, la protagonista stessa, qualche fratello, un nonno. Cercai di svuotare il più possibile la mente da pensieri e giudizi, cosa per me all’epoca non banale, e mi misi ad ascoltare i segnali del mio corpo, come mi fu raccomandato di fare. C’era un personaggio che non riuscivo neanche a guardare in faccia e che, per poter star meglio, avevo bisogno di tenere lontano e di voltargli le spalle: così feci. Risultò poi un atavico conflitto risalente al dopo guerra tra il mio personaggio e quel personaggio e risultarono altre cento dinamiche così evidenti e profonde che provocavano in tutti, ma soprattutto nella signora dal viso duro, forti emozioni ed evidenti consapevolezze. La costellatrice fece poi dire alcune frasi tra i personaggi che risultarono catartiche, che aiutarono a sciogliere vecchi attriti, vecchie ruggini incrostate dagli anni e dai cattivi sentimenti. Alla fine la signora dal viso duro, asciugate le lacrime, aveva i lineamenti addolciti e una luce nuova nello sguardo.
Cavoli! Pensai. Questa cosa è fantastica. Voglio saperne di più.
Quel giorno iniziò il mio percorso, fatto di grande lavoro su di me e di grande vicinanza con quell’Attilio Piazza che diventò il mio amato insegnante di costellazioni familiari e che mi aiutò a capire tante cose di me. Fu lui, poi, ad incoraggiarmi ad aiutare gli altri utilizzando le cose apprese e le tante comprensioni che inevitabilmente accadono e si manifestano in un percorso di apprendimento e di crescita personale.
Ed è quello che da qualche anno sto facendo mettendomi al servizio degli altri, con profonda gratitudine per i doni che ogni volta ricevo.
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