Cosa può dirsi scienza e pseudoscienza? Il problema della demarcazione è nato a fine 1800, nel conflitto tra la conoscenza scientifica, aperta a nuove scoperte, e un approccio dogmatica della religione, riferita al principio di autorità.
I maggiori epistemologi del XX Secolo hanno cercato di chiarire il concetto di scienza, e di conseguenza quale debba essere il metodo corretto per fare scienza, li vediamo di seguito.
Il filosofo austriaco Popper ha sostenuto che la scienza si distingue dal resto delle conoscenze non per la dimostrabilità ma per la sua falsificabilità, cioè per la caratteristica di poter essere confutata.
Una teoria scientifica non deve temere la falsificazione, ma anzi accettare di misurarsi con essa: solo finché regge alla prova delle critiche si può continuare ad accettarla.
A una conferenza di Einstein, Popper riferisce di essere rimasto sbalordito nel veder messe in crisi
«verità fino allora accettate come indiscutibili».
Popper è colpito dal modo in cui Einstein sfidava gli scienziati a sottoporre alla prova la propria teoria generale della relatività…
«Sentivo che era questo il vero atteggiamento scientifico. Completamente differente dall’atteggiamento dogmatico, che affermava di continuo di trovare “verificazioni” delle sue teorie preferite. L’atteggiamento scientifico era l’atteggiamento critico, che non andava in cerca di verificazioni, ma di controlli cruciali, che avrebbero potuto confutare la teoria messa alla prova, pur non potendola mai confermare definitivamente.»
Il fisico, storico e filosofo statunitense Kuhn si è spinto oltre, sostenendo che nella pratica una comunità scientifica non si costituisce in base a una metodologia falsificazionista, ma parte dall’accettazione acritica e dogmatica di un modo di pensare (paradigma). «Gli scienziati non mirano, di norma, a inventare nuove teorie, anzi spesso si mostrano intolleranti verso quelle concepite da altri».
Kuhn ha diviso il processo scientifico in due fasi: scienza normale e scienza straordinaria/rivoluzionaria. Nella prima la maggioranza degli scienziati lavora in base al paradigma corrente, accettato dalla comunità scientifica. A questo punto, dice Kuhn, si rilevano anomalie nel paradigma corrente, con fenomeni che i modelli accettati non sanno spiegare. Quando si accumulano abbastanza anomalie, alcuni scienziati iniziano a lavorare nell’ambito della cosiddetta scienza straordinaria, cercando di spiegare la realtà con nuovi modelli (gran parte dei quali, per altro, sarà confutata). Ma alla fine si raggiunge una massa critica che fa prevalere un nuovo paradigma, e quello vecchio è eliminato.
Kuhn conclude che non basta il falsificazionismo a distinguere la scienza dalla non-scienza, perché tutte le teorie hanno anomalie al loro interno. Formalizzò dunque un nuovo principio di demarcazione:
il nuovo paradigma è infine accettato perché è in grado di risolvere meglio i problemi.
Ciò che differenzia la scienza dal resto è la sua capacità di prevedere i fenomeni e dare soluzioni a problemi sempre nuovi, pur non negando le soluzioni trovate in precedenza per altri.
Sulla scia di Kuhn, altri filosofi si espressero. Feyerabend disse che una caratteristica essenziale dell’approccio scientifico ai problemi è il rifiuto di ogni dogmatismo.
È vero, fuori da un paradigma può esserci disordine e tempesta…
Ma può esserci anche più luce…!
Leggi il documento: Scienza e dogmi. Per la salute umana e del pianeta e per la sostenibilità, la scienza deve poter discutere i diversi paradigmi. Nel documento si tratta di:
- Criteri per distinguere la scienza da pseudoscienze
- Analisi dei cinque punti del «Patto trasversale per la Scienza» alla luce dei concetti elaborati dai maggiori filosofi della scienza del novecento (cui si faranno alcuni rimandi)…
- … e alla luce di dati riportati da Eurobarometro (marzo 2019)
- Atteggiamento appropriato per persone di scienza
- Esempi di ostracismo della comunità scientifica verso chi mette in discussione i paradigmi correnti
- Grandi priorità nella promozione e tutela della salute in Italia
- Che cosa si chiede di fare per difendere lo sviluppo della scienza?
Il documento è stato scritto da Dott. Alberto Donzelli, Consiglio direttivo e Comitato scientifico Fondazione Allineare Sanità e Salute