In molti ormai conoscono il Large Hadron Collider (LHC), anche se la maggior parte di noi lo conosce col suo nome più familiare di “acceleratore di particelle del CERN di Ginevra”. Viene utilizzato per ricerche sperimentali nel campo della fisica delle particelle: in parole povere accelera le particelle quasi alla velocità della luce e le fa scontrare per vedere quali nuove particelle ne escono fuori.

Forse non tutti conoscono un altro acceleratore, altrettanto interessante e molto meno costoso di quello di Ginevra: l’acceleratore di esperienze. Io ci vivo dentro da sette anni ormai e mi ci trovo piuttosto bene. Non penso che possano dire la stessa cosa i protoni che viaggiano nei tubi sotto il lago di Ginevra…

Di acceleratori di questo tipo, al mondo ne esistono diversi. Nella mia esperienza si chiama Comunità Intenzionale LUMEN e l’ho scelta anni fa come luogo in cui vivere e crescere la mia famiglia. Uno dei motivi per cui ha attirato la mia attenzione è che le poche volte che ci ho vissuto per qualche giorno ho scoperto un fenomeno fisico del tutto peculiare: il tempo ha iniziato a scorrere più lentamente e la massa di vita è diventata più densa.

Che razza di strumento utilizzavano in quella comunità per ottenere questo risultato? Incuriosito ho continuato la frequentazione, rendendola sempre più assidua,  e sono venuto a conoscenza di molti strumenti da utilizzare quotidianamente per replicare quel fenomeno interessante.

Che fossero provenienti da antiche tradizioni millenarie o dalle più recenti correnti filosofiche, ognuno di quegli strumenti aveva un unico obiettivo: produrre uno stato di consapevolezza sempre più profondo. Utilizzati a casa mia davano alcuni risultati limitati, ma utilizzato in quel luogo magico, invece, producevano uno stato ben più profondo. Perchè?

E qui entra in gioco l’accelerazione. Come i protoni che viaggiano alla velocità della luce sotto il lago di Ginevra, le persone nella Comunità Intenzionale si trovano a viaggiare ad una velocità molto superiore a quella della vita ordinaria poiché incontrano molte più esperienze  e significativamente più profonde di quelle che una persona incontra in una vita “normale”.

Ogni esperienza, se ben compresa, può generare particelle di consapevolezza di sé molto interessanti. Che siano esperienze “positive” o esperienze “negative” poco importa. Ad un certo punto si arriva a pensare che non ci sia grande differenza. Si dà più importanza alla consapevolezza che viene prodotta, piuttosto che all’urto che la produce. Spiace dirlo, ma spesso, sono gli urti più forti e dirompenti quelli che generano più particelle interessanti.

E da dove deriva questa accelerazione? Dalla presenza di un “campo relazionale” molto intenso. Tutti noi possiamo fare l’esperienza di questo, basta che riflettiamo un momento sulla qualità e la densità delle esperienze che nella nostra vita coinvolgono relazioni forti: genitori, compagni di vita, amici del cuore. Se vivo in un luogo in cui queste relazioni si concentrano e si assommano, l’accelerazione delle esperienze è un risultato naturale.  La comunità scientifica ha fiducia che l’acceleratore di Ginevra possa rispondere a molte delle domande rimaste in sospeso nella Fisica contemporanea: una fra queste è “esistono altre dimensioni oltre alle tre spaziali e quella temporale, come previste da vari modelli di teoria delle stringhe?”.

Io ho fiducia che le numerose comunità intenzionali che stanno fiorendo sul nostro pianeta possano aiutarci a rispondere a molte delle domande rimaste in sospeso nella nostra vita: una fra queste è “la vita che sto vivendo è tutta qui o esistono dimensioni dell’essere più profonde e interessanti?”.

Se hai nel profondo del cuore questa domanda, che pulsa e non trova una risposta, mettiti in cammino. Nel mondo c’è un acceleratore di esperienze che ti aspetta.

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Federico Palla


Federico Palla
Federico Palla

Dottore Economista, si è laureato in Discipline Sociali ed Economiche presso l’Università Bocconi di Milano. E' libero professionista nella gestione della programmazione pubblica locale. Attualmente ricopre il ruolo di Coordinatore Tecnico per il progetto europeo SALUS di cui LUMEN è capofila