Chi più chi meno, troppo spesso preoccupati e presi dalle cose di tutti giorni, ci troviamo a rincorrere la vita anziché viverla, ad attendere il domani anziché essere nel presente.
Ogni giorno quante cose delicate sfiorano l’esistenza, quanti profumi inebriano i cuori, quanti suoni armonizzano i pensieri, quanti colori e forme accompagnano il viaggio… ma come ipnotizzato l’uomo comune cammina perso nei propri pensieri o nelle sofferenze da lui stesso create; incapace di nutrirsi di ciò che la Vita offre, quest’uomo annega frustrazioni e malcontenti nel cibo fino a vivere per mangiare anziché mangiare per vivere.
Quante volte stanco di ciò che stai facendo, cerchi qualcosa che ti tiri su?
Quante volte ti senti incompreso e compensi il tuo bisogno di dolcezze con creme, torte e bon-bon?
Quante volte anche se ti senti sazio continui a mangiare?
Questo eccessivo bisogno di “materia” è spesso semplicemente un comportamento compensativo atto a colmare un trascurato vuoto interiore.
La sfiducia, la lontananza dai grandi obiettivi spirituali, l’assenza o la scarsità di principi e di valori, l’incapacità di sentirsi uno con il tutto, la profonda separazione che l’uomo vive tra essenza e personalità e il rifiuto di assumersi piena responsabilità per la propria condizione….. sono l’altra faccia della medaglia, sono quel vuoto nello spirito che cerca nutrimento nella materia.
Come in ogni ambito, carenza ed eccesso sono strettamente interconnessi tra loro e se ricerchi un equilibrio reale, al di là della compensazione, è indispensabile imparare a colmare i vuoti e a ridurre gli eccessi.
Purtroppo, la convinzione che il visibile e l’invisibile fossero mondi antagonisti e indipendenti ha impedito in passato di osservare e comprendere, come il principio del “come in alto così in basso” insegna, che non esiste separazione tra cielo e terra ne tra materia e spirito.
Questa dicotomia oramai è sempre meno scontata e ciò che in passato sembrava fantascienza oggi è scienza che con i propri mezzi conferma l’inscindibilità di questi mondi.
Da domani puoi nutrirti maggiormente della vita che sta dentro e fuori di te e, così facendo, puoi ridurre il bisogno di ingurgitare grandi quantità di cibo e la dipendenza dal cibo spazzatura. Meditazione, contemplazione e intonazione di mantra… molte sono le pratiche che ogni Uomo può imparare ad utilizzare per nutrire se stesso, per ridurre la dipendenza da alcuni alimenti e la propria golosa insaziabilità.
Se desideri avere un rapporto migliore con il cibo quotidiano, da oggi puoi…
CONTEMPLARE
Sperimenta 7 minuti di contemplazione all’interno della tua passeggiata quotidiana di almeno 30 minuti (pratica importantissima per modulare l’appetito): inizialmente identifica un luogo che possa aiutarti in questa pratica, un luogo dove poter dirigere la tua attenzione verso la meraviglia della vita. Focalizzati sul respiro e mentre inspiri immagina di portare profondamente dentro di te ciò che stai osservando, percependo, annusando e toccando… Assapora e gusta la perfezione della vita, non c’è nutrimento migliore!
MEDITARE
Identifica 2 momenti nell’arco della giornata dove prenderti 5 minuti per percepire la vita e nutrire la pace. Siediti comodamente in una posizione sensata, mantieni la schiena diritta e rilassa le spalle, chiudi gli occhi e indirizza lo sguardo interiore verso un’ipotetico orizzonte, lascia affiorare un dolce sorriso sulle labbra e rivolgi la tua attenzione al battito cardiaco. Come nella materia così nello spirito crea il silenzio: mantieni il corpo fermo e calmo e, lasciando scorrere nel fiume della mente pensieri e fastidi, impara a nutrirti profondamente.
RECITARE MANTRA
Mantra, parola sanscrita, formata da due termini “man” e “tra” che insieme ne formano il significato di “strumento che modifica il pensiero”, ma non solo: strumento “che libera, che compie, che agisce, che protegge”, “formula che libera la mente”, “pratica che protegge il pensare”. Il mantra è in grado di modificare concretamente la nostra vita e permette di produrre un reale cambio interiore.
Il mantra con il quale ti suggerisco di iniziare è una lode alla gratitudine, una delle virtù dell’animo umano che consente di imparare a nutrirsi di ciò che si è e di ciò che si ha, uno stato interiore che fa sentire “pieni” per il solo fatto di esistere, al di là di ciò che accade.
Questi “alimenti celesti”, nutrendo la profondità dell’animo umano, sono in grado di riequilibrare il rapporto con gli “alimenti terrestri” e di supportare l’Uomo nell’impegnativa ricerca dell’equilibrio e della felicità.